venerdì 24 giugno 2016

Il polpo - tecniche di cottura




Che poi mi dispiace pure per l'animaletto, che mi è simpatico.
Ma non mi riferivo affatto all'ordine Octopoda, per intenderci.
Mi capita, in talune fasi della vita, di avere a che fare con un particolare tipo di persona.
Qualcuno che, per qualche sconosciuto motivo, si sente superiore: alla gente, in generale... a me, in particolare.
Così, da una serie di atteggiamenti di peso via via crescente, scaturisce in modo sempre più palese una leggera esitazione nel rispondere alle domande, un lasciar trascorrere tempo dall'elargire le proprie preziose risposte, una generica noncuranza e aggiungerei una evidente noia.
Naturalmente, poichè non ci sono motivi reali per tale modus, ci metto tempo a capire.
Ma, si sa, io sono de coccio.
Quando, trasecolata, mi rendo conto dell'assurda situazione, del ridicolo vortice di quesiti senza replica, di rispostine rare e centellinate...  applico la tecnica di cottura del polpo.
Ormai, mi stupisco, ma neanche così tanto.
Ormai ho capito che un 15% di qualunque popolazione è costituita da gente che si presume superiore, così, a prescindere.
Così, lascio.
Smetto di interagire, di chiedere, di parlare.
Smetto di esserci.
Basta saluti, basta auguri.
Basta tutto.
Allora, prima stanno lì, acquattati, aspettando la prossima domanda.
Che non arriva.
Passano i mesi... diventano inquieti: ma come?
Passano gli anni.
Beh qui la situazione si capovolge, ma lo storytelling finisce qui, perchè ormai per me ha perso ogni interesse.
Il polpo, a questo punto è ben cotto, e pronto per essere mangiato: da qualcun altro.

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Dimenticavo un dettaglio, per i cultori della gastronomia:
prendere il polpo, pulirlo, metterlo in casseruola senza alcuna aggiunta, incoperchiare; lasciar cuocere da solo a fuoco lento.  Diventerà tenerissimo.
Il polpo va cotto nella sua acqua.

giovedì 2 giugno 2016

le feste civili... j'adore

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Quando ci sono le feste civili, soffia il vento della libertà.
Nelle feste civili si può fare quel che si vuole
non c'è alcun tipo di obbligo.
Non bisogna andare in comune, o in prefettura, o in qualche altro luogo deputato.

Nelle feste civili, se voglio mangiare pasta e patate, o salsicce arrostite, nessuno mi può criticare
(provate a proporlo a Natale)

Nelle feste civili non devo addobbare la casa come un bastimento pavesato di rosso e oro
(per poi togliere nei tempi stabiliti tutti i maledetti addobbi e ben conservarli per l'anno successivo)

Nelle feste civili nulla minaccia il mio peso corporeo: nessun dolce, nessuna frittura, nessuna pietanza lungamente e faticosamente preparata con costosissimi ingredienti)

Nelle feste civili posso vestirmi come mi garba, nessuno osserverà se ho il solito cappotto, o il jeans dell'anno scorso.

Nelle feste civili, se mi gira, dopo pranzo vado a camminare un po'
(provate a farlo a Natale)

Adoro le feste civili