martedì 29 ottobre 2013

una megera

Papillon 
Lasiommata megera femmina
Non è bella? non è incredibile che accanto alla scuola ci siano questi animaletti, per la delizia di chi passa?
La simmetria delle linee, l'estetica dei colori, il ritmico ondeggiare sulla corolla di un fiore giallo (giallo quasi come lei) un Tarassaco (Taraxacum officinalis)
Comunque è lei la megera... non io 

Giorni fa trovai invece una farfalla notturna: questa (la Catocala conjuncta, detta anche Phalena conjuncta... in pratica, una falena)
va detto che la prima foto è mia , mentre questa qui sopra l'ho presa dalla rete

venerdì 18 ottobre 2013

una favola verde a striscioline

Molti molti anni fa c'era una famigliola che a Natale, o meglio un po' prima, andava in montagna a raccogliere il pungitopo, per decorare la casa.
Andavano mamma, papà, 3 ragazzini (l'ultimo proprio piccino) e il cane, un lupetto.
Un anno, i ragazzi erano già più grandetti, la mamma si accorse che tra le foglie secche di castagno c'erano delle felci. Non belle, non particolari, ma carine e rigogliose. Così ne prese alcune foglie e le piantò appena arrivata a casa.
La felce sopravvisse, attecchì, e vide tante cose...
Ma un'estate_ faceva molto, molto caldo_ la mamma non aveva tempo per innaffiare, ed era davvero triste, tristissima.
Un giorno, riuscendo a fatica a emergere dalla cappa di tristezza e angoscia, guardò la felce: sparuta, semiavvizzita.
La innaffiò, rimosse la terra...
Ma lei era ormai alla fine. Avvizzì anche l'ultima foglia.
Seguirono anni in cui la mamma, andando fuori al balcone, guardava il vaso ormai vuoto e si rimproverava...
Naturalmente avrebbe anche potuto acquistarne una: ma non sarebbe stata quella, sarebbe stata una varietà elegante e sofisticata, non quella che voleva lei.
Però in montagna loro non andavano più da un pezzo, erano invecchiati, i ragazzi ormai erano giovani...
Seguirono anni.
La mamma lavorava da un bel po' in una scuola di montagna. Una mattina di ottobre, guidando, riflettè sul fatto che la scuola era vicina alla montagna: a quella montagna.
Cominciò a guardare con attenzione, a osservare il ciglio della strada.
Così, una mattina di pioggia, mentre andava trafelata, ebbe l'impressione di vedere sotto i goccioloni un cespo di felci... "Tornerò, si ripromise, riguarderò" Passarono alcuni giorni.
Una mattina assolata, tornando con calma, osservò con cura: ed ecco, d'un tratto, il verde vivo delle felci. Ne prese due, tre foglie, con un po' di terriccio, e le portò a casa felice.
Quindi le sistemò in QUEL vaso: quando innaffiava, il primo pensiero era per la sua felce.





martedì 8 ottobre 2013

listening "La paloma"



Sono alcuni giorni che osservo i tasselli ricomporsi intorno a me.
Li guardo roteare pian piano su se stessi, come piccoli germani, e poi planare e accovacciarsi nel luogo esatto.
Li vedo e tremo, rabbrividendo.
Due, tre buone notizie una dopo l'altra?!?
Che accade? cosa deve succedere?
Siamo dunque all'Armageddon?

Mi batte il cuore, deglutisco, apro le mail e ho le mie risposte: e sono positive.
Chiedo cose che io stessa trovo impensabili, e toh, eccole lì: su un piatto d'argento.
Mi batte il cuore più forte: cerco cose [convinta di non doverle vedere mai]
ed ecco aprirsi le cateratte della roccia, offrendomele.

No, no: è un sogno... o un incubo.
Di certo tra poco mi sveglierò.

giovedì 3 ottobre 2013

SO - Libeccio - Sud Ovest





Oggi soffia il Libeccio, nella mia vita. Le raffiche violente buttano di qua e di là i miei pensieri, le mie giornate, i miei progetti.
E io sto qui, con pensieri e capelli scarmigliati e confusi, con l'anima e gli occhi di colori cangianti, e mi sento incerta  dell'oggi, del domani, e persino di tutti gli sgualciti ieri che scivolano nel meccanismo dell'orologio, che si nascondono tra i fogli del calendario.