giovedì 14 febbraio 2013

aut amabilis, aut inamabilis [invisus, repugnans...]

Mi chiedevo, da alcune settimane, cos'è che definisce l'antipatia. Qual è quell'ingrediente per cui talune persone suscitano fastidio... ma sì, ripugnanza, pur essendo curate, profumate, pur spargendo doni intorno a sè.
Altre invece, semplici, schiette, basta che sorridano appena, e la gente si fa in quattro per loro. Ma cos'è questa polverina magica, questo brillìo oro e argento che attrae?
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Conosco qualche persona della prima categoria: ho analizzato i loro comportamenti, ho notato alcune cose.
  1. Non sanno dare: vogliono dare per forza, alla gente, ciò che a loro non serve, ma che vogliono obbligare gli altri a prendere. Se rifiutano,  la prendono malissimo.
  2. Non gliene importa dei problemi degli altri: li minimizzano, li negano, li cancellano. Addirittura deridono o rimproverano chi ha determinati problemi, definendoli inesistenti. Se quelli insistono , la prendono malissimo.
  3. Pretendono cortesie e piaceri grossi, ringraziano e subito dimenticano di averli ricevuti, o li attribuiscono ad altre persone. Negano quindi il merito di chi si è impegnato per loro.
Non aggiungo altro, penso sia sufficiente già questo.
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A me piace vivere in un mondo simile a questo stagno: quiete, pace, pochi esseri tranquilli; serenità.
Ho deciso che questi [pochi? °_° forse] anni che mi restano, li voglio vivere così.

 

2 commenti:

  1. Antipatico è anche chi non riesce ad instaurare un rapporto davvero sincero con gli altri, chi “se la pensa”, chi si crede superiore. Sì, in quello stagno ci si sta bene: pochi e tranquilli :-))))

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  2. Verissimo: antipatico è chi parte dall'idea di essere superiore. Forse alla radice di tutto c'è questo. Ciao, Belf! ^_^

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