martedì 2 aprile 2024

il senso delle feste

 Pensiamoci un attimo insieme, per piacere. Cerchiamo insieme di scoprire in che consiste, ché lo cerco da una vita. Prima ero inconsapevole di questa faglia, poi pian piano ho iniziato a vederla sempre più nitidamente, e insomma c'è qualcosa che non mi torna.

1- Il senso è forse nel pulire la casa. Togliere ogni granello di polvere, ogni ombra dalle piastrelle, nel vedere la casa come un nido velato di fresco? (no, sono certa che questo è solo un aspetto, e poi la casa dovrebbe essere sempre ben pulita e netta)

2- Il senso è allora nel cucinare e mangiare. Preparare leccornìe  e manicaretti e rimpinzarsene? (non penso proprio, in breve viene la stanchezza del cibo che languisce, di molte portate ci si dimentica)

3- Il senso è nel frequentare lunghi (e tediosi, scusate) riti religiosi, defatiganti e interminabili? (ammiro chi ci riesce, a una certa età diventa pressoché impossibile partecipare per problemi fisici)

4- Il senso è nel vedere i parenti e gli amici? Mah! se ci vuole la festa per vederli, significa che sono già molto lontani


Forse, forse il senso è nel far tornare i figli lontani, che arrivano da latitudini improbabili, chi presto, chi tardi, chi su ali, chi su ruote, chi su binari.

Forse è vederli una volta ancora intorno al tavolo, come in un tempo che si è smarrito nella memoria



mercoledì 13 marzo 2024

Le Jour de Geneviève - Genoveffa's day

Credo che Genoveffa fosse la cameriera (allora si diceva così) di qualche conoscente di mia madre. La colf, la collaboratrice domestica. Nome insolito al sud, ma immagino più frequente nel luogo dove ci eravamo trasferiti. Poi il tempo era trascorso, e anche lo spazio. Ma ovunque ci trovassimo, mia madre, quasi a giustificare la sua poca disponibilità a giocare con noi, a raccontare fiabe (non lo avrebbe fatto comunque, non le piaceva né giocare, né narrare o inventare storie) ci diceva, voltando appena il bel viso leonardesco verso di noi: "Devo fare le faccende, oggi Genoveffa non viene!". Noi stavamo al gioco e ben presto imparammo a replicare: "Allora verrà domani? domani potrai giocare?" lei tergiversava un poco ma presto si stancava. "Basta, adesso, bambine! Ho da fare". Noi restavamo un po' a baloccarci tra di noi con il fantasma di Genoveffa, a immaginarcela e a pensare che prima o poi sarebbe comparsa, lasciando libera la mamma di stare con noi. 

E' ancora qui, a danzare nella mia mente con il suo grembiule e il piumino, la ramazza bene in vista: proprio ieri mi son trovata a dire: "Non vengo, ho da fare: oggi è il Genoveffa's day"



mercoledì 21 febbraio 2024

la verità (la menzogna)

Ci avete fatto caso che le persone che maggiormente esigono  "la verità" sono poi le più bugiarde e manipolatrici? Che sono quelle che allungano e allargano le situazioni come fossero calze, per adattarle con mille escamotage ai propri scopi? Purtroppo ne son piene le strade di codesti personaggi; ce li ritroviamo tra i piedi e non immaginiamo mai il livello di menzogne a cui possono giungere. Cosicché, quando solleviamo (per puro caso, s'intende) un lembo della menzogna e scopriamo gli altarini almeno in parte, ci sembra di cadere su di un pavimento di vetro che s'infrange, e quindi su un altro, e un altro ancora.

Perché chi è sincero, non chiama la verità a gran voce. È egli stesso la verità.




martedì 6 febbraio 2024

Gatti e rose

 Che poi qualcuno può dire: sì ma che c'entra? che attinenza hanno? La cosa che si capisce subito è che li adoro, non faccio altro che mettere talee di rose e circondarmi di gatti, carezzarli, coccolarli. Le rose sono fiori magnifici, sono piante forti ma da curare con sollecitudine amorosa. Osservando le foglioline, le gemme, se ci son parassiti. I gatti lo stesso: soffici, delicati ed elastici, capricciosi per principio, saltatori, truffatori e ladri d'amore. Occhi bellissimi a rischio già dalla nascita, da curare pian pianino, con pazienza: e poi, là, due stelle per tutta la vita. 

Gatti e rose, rose e gatti: gli amori della mia vita.

(Ho sempre graffi sulle mani, sulle braccia)







domenica 21 gennaio 2024

Tutto bene?

 Avete presente quando vi pongono questa domanda? Non c'è che una risposta: Tutto bene

Come descrivere altrimenti lo scoramento, la tristezza per il lavoro ormai dissolto dal cosiddetto traguardo della pensione, il senso di solitudine.

Sempre mi ero ripetuta: potrò vederle ancora, basterà una telefonata ed eccoci al bar, o altrove, in pizzeria o in campagna.

Questa è la teoria.

Quando sei in pensione fai un salto nell'iperspazio e nell'ultratempo. Sei in una dimensione altra.

Di cosa potresti parlare, con le ex colleghe? loro del lavoro, degli impegni, della fatica quotidiana.

Tu ascolteresti tacendo, avendo sulla punta della lingua le malefatte del gatto, la malattia del cagnolino.

Al massimo potresti accennare al corso di (tedesco, chitarra, yoga) a cui hai intenzione di partecipare.

Per poi ricevere in cambio sorrisi benevolenti ed eloquenti.

Oppure potresti narrare qualche disavventura con i recenti parenti acquisiti, giusto per mettere un pizzico di pepe, ma rischiando a ogni parola le lacrime.

Oppure potresti parlare dei nuovi fastidi di salute?

Niente niente.

Arrivederci dall'iperspazio e dall'ultratempo



venerdì 5 gennaio 2024

Parca

 La so la mia parola d'ordine di quest'anno: Moderazione. Con questo, non è che di solito mi lasci andare a chissà che eccessi, sono una persona pacata, astemia e non più fumatrice da decenni.

Però penso che in ciascuno di noi ci sia un piccolo eccesso da moderare, il vezzo della polemica, il gusto per il piccante o il dolce, o il salato 

Moderazione, moderazione.

In realtà la parola che avevo pensato all'inizio era: devo essere Parca.

Parca però significa anche altro.

E quindi, quale delle delle tre Parche? Cloto che inizia il filo, Lachesi che lo allunga o Atropo che lo taglia?

Sarò comunque Parca: in che modo, lo scoprirò.